Uno studio ha indagato il grado di accordo tra veterinari internisti certificati nell’effettuazione dell’esame neurologico del cavallo. Si includevano in uno studio epidemiologico prospettico 97 cavalli visitati presso l’Università dell’Ohio. I cavalli venivano visitati da un medico internista responsabile della loro cura e in seguito da un internista che non conosceva il problema iniziale e altri dati anamnestici del paziente.
Complessivamente, gli esaminatori concordavano sul fatto che 60/97 cavalli (61,9%) fossero clinicamente non normali e 21/97 (21,%) clinicamente normali mentre lo stato di 16/97 (16.5%) soggetti era contestato.
Vi era un accordo completo tra gli esaminatori rispetto ai segni dei nervi cranici e ai movimenti involontari. Era presente un disaccordo sulla gravità dei segni clinici in 31 cavalli, 25 dei quali (80,6%) erano considerati normali o lievemente affetti dall’osservatore primario.
Quando si esaminavano i risultati di tutte le coppie di esami clinici per 11 diverse categorie, era presente una notevole variabilità di risultati. Quando gli esaminatori classificavano la presenza o assenza di un’anomalia neurologica, zoppia o atassia, l’accordo tra gli osservatori era buono o eccellente nell’80% dei casi. Quando si valutava l’ondeggiamento del tronco l’accordo tra gli osservatori era buono o eccellente nel 60% dei casi. Quando si valutavano l’asimmetria o i deficit, l’accordo era buono o eccellente nel 43% dei casi. L’accordo era eccellente o buono solo nel 20% dei casi quando si valutava l’atrofia muscolare, l'ipermetria e nella valutazione complessiva della gravità delle anomalie neurologiche.
Lo studio sottolinea la soggettività dell’esame neurologico e mostra che un livello ragionevole di accordo può essere ottenuto quando diversi clinici esaminano lo stesso soggetto.
Per leggere l’articolo completo devi fare login con i tuoi codici EGO.