Lo scopo degli autori del presente studio era quello di determinare se il versamento pleurico cardiogeno nei gatti potesse essere associato a un minor rischio di sviluppare tromboembolismi arteriosi (TEA) rispetto a gatti con malattie cardiache senza evidenza di versamento pleurico.
È stato pertanto condotto uno studio su gatti di proprietà con malattie cardiache. I pazienti inclusi sono stati classificati in tre gruppi: gatti con malattie cardiache ma senza evidenza di insufficienza cardiaca congestizia (CHF); gatti con evidenza di edema polmonare cardiogeno; ed infine, gatti con evidenza di versamento pleurico cardiogeno. È stata calcolata la prevalenza di ATE e le eventuali variabili associate, quali: presenza e tipo di CHF, il sesso, l'età, la razza, il tipo di malattie cardiache e la dimensione dell'atrio sinistro (LA).
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