Lo stomaco accumula, tritura e lentamente spinge il cibo parzialmente digerito nell’intestino prossimale dove continua il processo digestivo e l’assorbimento dei principi nutritizi. Lo stomaco ha un’importante azione secretoria e controlla l’appetito e la sazietà. Il pH gastrico nel cane sano rimane <2 per >85% delle 24 ore e valori simili sono riportati nel gatto. Il cane, però, rispetto all’uomo ha un’attività secretoria acida basale inferiore ma il picco in risposta a stimolazione è assai maggiore. Di conseguenza, l’effetto tamponante esercitato dal cibo che si osserva nell’uomo dopo i pasti è molto meno marcato nel cane e probabilmente anche nel gatto. I farmaci gastroprotettori generalmente usati nel cane e nel gatto comprendono le seguenti categorie: 1) antiacidi; 2) antagonisti dei recettori istaminergici di tipo 2; 3) inibitori della pompa protonica; 4) misoprostolo; 5) sucralfato.
Situazioni in cui usare i gastroprotettori: qual è l’evidenza nel cane e nel gatto? Nel corso della relazione il Prof. Silvestrini ha condiviso la sua esperienza personale e ha illustrato l’attuale evidenza scientifica sull’uso dei gastroprotettori in condizioni patologiche come erosione e ulcera gastro-duodenale, esofagite da reflusso, gastrite da Helicobacter, danno della mucosa gastrica stress-indotto, malattia epatica, pancreatite, malattia renale e sanguinamento da trombocitopenia.
Per leggere l’articolo completo devi fare login con i tuoi codici EGO.