Lo European Advisory Board on Cat Diseases (ABCD) ha pubblicato le prime Linee Guida europee per la prevenzione e il trattamento dell’infezione da Virus della leucemia felina (FeLV). La prevalenza generale dell’infezione nella maggior parte dei paesi europei è bassa, attorno o inferiore all’1%, ma in alcune regioni è superiore al 20%.
I gatti giovani sono particolarmente suscettibili all’infezione; altri fattori di rischio sono l’elevata densità di popolazione (case con più gatti e gattili), l’accesso all’esterno (contatto con gatti infetti) e l’elevata prevalenza locale dell’infezione. “Un sistema immunitario sano può contrastare l’infezione, ma nelle condizioni di affollamento un gatto su tre può divenire persistentemente viremico” ha detto Hans Lutz (Zurich Veterinary Faculty), membro dell’ABCD.
Il vaccino contro la FeLV è l’unico vaccino retrovirale disponibile oggi in Europa, medicina umana inclusa. La vaccinazione dovrebbe essere effettuata solo nei soggetti a rischio, di sicuro nei gatti giovani con accesso all’esterno e in contatto con altri gatti e nelle aree con elevata prevalenza di infezione. Il gattino dovrebbe essere vaccinato inizialmente a 9 e 12 settimane d’età, con richiami annuali. Considerata la bassa suscettibilità dei gatti più adulti, l’ABCD consiglia di effettuare i richiami non più di una volta ogni due o tre anni nei gatti di età maggiore a tre anni, e solo se a rischio.
Se l’anamnesi del gatto è sconosciuta, dovrebbe essere effettuato un test pre-vaccinale per identificare gli eventuali antigeni FeLV nel sangue; la vaccinazione di un soggetto viremico è infatti inutile. Tuttavia, i risultati positivi dei test effettuati in ambulatorio vanno interpretati con cautela, soprattutto nei soggetti sani e nelle aree con bassa prevalenza; la probabilità di falsi positivi aumenta infatti al decrescere della prevalenza dell’infezione. Per questo, l’ABCD consiglia di verificare sempre un inaspettato risultato positivo mediante PCR effettuata in laboratorio. Inoltre, un vero risultato positivo può indicare una viremia transitoria, che si verifica nel 30-40% dei gatti senza che essi siano necessariamente a rischio di sviluppare malattia.
I gatti con viremia FeLV persistente dovrebbero essere tenuti isolati e sottoposti a regolari controlli, esami ematologici e biochimici e delle urine. Il trattamento dei gatti ammalati e viremici con l’interferone felino omega ha mostrato di migliorare i segni clinici e prolungare la sopravvivenza, ma non di risolvere la viremia.
Testo completo delle Linee Guida ABCD disponibile nel pdf allegato
Maria Grazia Monzeglio Med Vet PhD
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Lo European Advisory Board on Cat Diseases (ABCD) ha pubblicato le prime Linee Guida europee per la prevenzione e il trattamento dell’infezione da Virus della leucemia felina (FeLV). La prevalenza generale dell’infezione nella maggior parte dei paesi europei è bassa, attorno o inferiore all’1%, ma in alcune regioni è superiore al 20%.
I gatti giovani sono particolarmente suscettibili all’infezione; altri fattori di rischio sono l’elevata densità di popolazione (case con più gatti e gattili), l’accesso all’esterno (contatto con gatti infetti) e l’elevata prevalenza locale dell’infezione. “Un sistema immunitario sano può contrastare l’infezione, ma nelle condizioni di affollamento un gatto su tre può divenire persistentemente viremico” ha detto Hans Lutz (Zurich Veterinary Faculty), membro dell’ABCD.
Il vaccino contro la FeLV è l’unico vaccino retrovirale disponibile oggi in Europa, medicina umana inclusa. La vaccinazione dovrebbe essere effettuata solo nei soggetti a rischio, di sicuro nei gatti giovani con accesso all’esterno e in contatto con altri gatti e nelle aree con elevata prevalenza di infezione. Il gattino dovrebbe essere vaccinato inizialmente a 9 e 12 settimane d’età, con richiami annuali. Considerata la bassa suscettibilità dei gatti più adulti, l’ABCD consiglia di effettuare i richiami non più di una volta ogni due o tre anni nei gatti di età maggiore a tre anni, e solo se a rischio.
Se l’anamnesi del gatto è sconosciuta, dovrebbe essere effettuato un test pre-vaccinale per identificare gli eventuali antigeni FeLV nel sangue; la vaccinazione di un soggetto viremico è infatti inutile. Tuttavia, i risultati positivi dei test effettuati in ambulatorio vanno interpretati con cautela, soprattutto nei soggetti sani e nelle aree con bassa prevalenza; la probabilità di falsi positivi aumenta infatti al decrescere della prevalenza dell’infezione. Per questo, l’ABCD consiglia di verificare sempre un inaspettato risultato positivo mediante PCR effettuata in laboratorio. Inoltre, un vero risultato positivo può indicare una viremia transitoria, che si verifica nel 30-40% dei gatti senza che essi siano necessariamente a rischio di sviluppare malattia.
I gatti con viremia FeLV persistente dovrebbero essere tenuti isolati e sottoposti a regolari controlli, esami ematologici e biochimici e delle urine. Il trattamento dei gatti ammalati e viremici con l’interferone felino omega ha mostrato di migliorare i segni clinici e prolungare la sopravvivenza, ma non di risolvere la viremia.
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