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Caratteristiche TC dei mastocitomi del cane
La rimozione chirurgica è il trattamento di scelta per i mastocitomi (MCT) sottocutanei (SC), intermuscolari (InterM) e intramuscolari (IntraM). I test di diagnostica per immagini avanzata (TC o MRI) sono spesso utilizzati per la stadiazione prechirurgica, ma i MCT InterM e IntraM possono essere difficili da identificare e delineare attravreso la TC. Gli obiettivi degli autori di questo studio retrospettivo erano descrivere le caratteristiche dei reperti TC dei MCT SC, InterM e IntraM e valutare la limitazione della TC nell’identificare l'intera estensione locale del MCT.
Lo studio ha riguardato cani con un MCT diagnosticato citologicamente o istologicamente, classificato come MCT SC, InterM o IntraM sulla base dell'istologia e/o di una TC eseguita nel contesto della malattia macroscopica. Due radiologi veterinari certificati hanno esaminato le immagini TC e sono stati registrati dati inerenti alla localizzazione, aree di presa di contrasto e la delineazione tra il tessuto normale e quello anormale. La sensibilità e la specificità della TC per determinare la posizione (SC/InterM vs IntraM) erano rispettivamente dell'85,71% e del 55,56%. Vi era una bassa concordanza tra i valutatori per la delineazione (kappa: 0,150 (da -0,070 a 0,370), e la misurazione aveva una correlazione bassa/moderata (rho: da 0,4667 a 0,5792). Dopo la revisione da parte di un oncologo chirurgico, i risultati della TC sono stati ritenuti insufficienti per la pianificazione chirurgica in 13 su 16 casi, a causa della definizione inadeguata della profondità del tumore, del confine dei piani fasciali o dei margini dei MCT.
Fascite necrotizzante nel cane
La fascite necrotizzante (Necrotising fasciitis, NF) è un'infezione batterica sottocutanea rara e rapidamente progressiva. Pochi studi hanno caratterizzato la NF nel cane. L’obiettivo di questo studio era quello di descrivere retrospettivamente i reperti clinici e di laboratorio, il trattamento e l’outcome nei cani con NF.
Sono stati inclusi nello studio 23 cani di proprietà trattati presso un ospedale universitario veterinario tra il 1998 e il 2021.
Anestesia dei cani con sepsi e piometra
L’obiettivo degli autori di questo studio randomizzato era confrontare le infusioni continue, a rate costante, di dexmedetomidina e fentanil nei cani settici con piometra; per il confronto, sono state utilizzate le variabili: microcircolatorie, emodinamiche e metaboliche.
I pazienti inclusi nello studio erano 33 cani con piometra con due o più parametri indicativi di una sindrome da risposta infiammatoria sistemica, sottoposti a ovarioisterectomia. I cani sono stati randomizzati in due gruppi: gruppo DG, dexmedetomidina (3 μg kg-1 ora-1; 17 cani) e gruppo FG, fentanil (5 μg kg-1 ora-1; 16 cani); entrambi i farmaci venivano somministrati congiuntamente a isoflurano e ventilazione meccanica. L'indice di flusso di microvascolare (MFI), la densità totale dei vasi e lo score De Backer sono stati valutati utilizzando l'imaging spettrale di polarizzazione ortogonale nel sito sublinguale. La frequenza cardiaca, la pressione sanguigna invasiva, la temperatura, l'emogasanalisi arterioso e la concentrazione di lattato ematico sono state ottenute in vari momenti. I parametri sono stati registrati al basale (BL), immediatamente prima (T0), 30 (T30) e 60 (T60) minuti dopo l'infusione, e 60 minuti dopo l'intervento chirurgico.
Noduli splenici nel cane: caratteristiche clinico-patologiche e comportamento biologico
L’utilizzo del termine nodulo fibroistiocitico non è più consigliato a favore di entità patologiche specifiche, tra cui l'iperplasia nodulare complessa, il sarcoma stromale splenico e il sarcoma istiocitico. Tuttavia, la diagnosi di lesioni spleniche con componenti miste stromali, istiocitarie e linfoidi rimane ancora una sfida diagnostica a causa della mancanza di criteri istologici chiari. Una valutazione non corretta del comportamento biologico di queste lesioni può portare a conseguenze dannose sulla gestione clinica dei pazienti. L’obiettivo di questo studio era quello di valutare retrospettivamente le caratteristiche clinicopatologiche e l'outcome delle lesioni nodulari spleniche canine con componenti miste, per identificare i fattori prognostici e i criteri istologici di malignità.
Sono stati inclusi nello studio trentasette casi. L'immunoistochimica non ha consentito un'ulteriore sottoclassificazione. Nove cani (24,3%) sono morti per cause correlate alla malattia dopo una mediana di 234 giorni (range, 48-1.247). I tassi di sopravvivenza specifici per malattia a uno, 2 e 3 anni erano, rispettivamente, dell'80%, 60% e 43%. Se si consideravano i noduli con atipie delle cellule stromali e almeno uno con conta mitotica ≥9, presenza di cariomegalia/cellule multinucleate e componente linfoide <40%, metà di questi cani è morta per cause correlate alla malattia con un tempo di sopravvivenza mediano specifico per malattia di 548 giorni (IC 95%, 0-1216). Nei restanti cani non è stata segnalata alcuna morte correlata alla malattia (P <0,001).
Cancro gastrico nella specie canina
Il cancro gastrico umano (GC) è il quinto tumore più diffuso al mondo e rappresenta la terza causa di morte per cancro. L'incidenza di GC è inferiore nei cani rispetto all'uomo, costituendo meno dell'1% di tutte le neoplasie canine.
Negli ultimi anni, sono stati compiuti sforzi per comprendere la patogenesi del GC e per trovare una terapia appropriata per massimizzare i risultati curativi, come i trattamenti chemioterapici adiuvanti associati alla chirurgia. Sebbene la chirurgia rappresenti il trattamento di prima linea, si tratta di una procedura associata a diverse complicazioni. In termini di approccio chemioterapico, il cancro gastrico canino non ha destato molto interesse; ciò è dovuto probabilmente ad alcune caratteristiche di questo tumore: diagnosi tardiva, rapida progressione, scarso tempo di sopravvivenza mediano ed elevato tasso di mortalità, associati alla mancanza di pubblicazioni con risultati scientifici concreti.
Interleuchina-6 come marker di danno renale acuto nel cane
L'interleuchina-6 (IL6) è una citochina pro-infiammatoria implicata nella fisiopatologia delle malattie del tratto urinario. L'obiettivo di questo studio era quello di valutare l'utilità diagnostica e prognostica dell'IL6 urinaria (uIL6) nei cani con danno renale acuto (AKI) e altre malattie del tratto urinario.
Sono stati inclusi nello studio 80 cani di proprietà divisi in quattro gruppi: AKI, malattia renale cronica (CKD), infezione del tratto urinario e sani (gruppo di controllo). I campioni di urina sono stati analizzati per uIL6 e normalizzati alla creatinina urinaria (uIL6/uCr).
Profilo metabolico dei cani con enteropatia cronica
In medicina umana, i profili metabolici differiscono tra i pazienti sani e quelli con malattie infiammatorie intestinali. Pochi studi hanno esaminato i profili metabolici nei cani con enteropatia cronica (CE). Gli autori hanno ipotizzato che i profili metabolici sierici dei cani con CE possano essere significativamente diversi rispetto a quelli dei cani sani.
Mediante spettroscopia di risonanza magnetica nucleare protonica specifica per il cane, sono state valutate le concentrazioni sieriche di 99 metaboliti in 55 cani con CE e 204 cani sani. Per confrontare le due popolazioni di studio è stato utilizzato un t-test a campioni indipendenti a 2 campioni. La soglia di significatività è stata fissata a p <.05 con una correzione Bonferroni per ciascun gruppo di metaboliti.
Utilità dell'immunoistochimica per la diagnosi di colite granulomatosa nel cane
La colite granulomatosa nel cane può essere associata ad un’infezione della mucosa del colon da ceppi invasivi di Escherichia coli. Ad oggi, l'ibridazione fluorescente in situ (Fluorescence in situ hybridization, FISH) è il metodo gold-standard per valutare l'invasione batterica intramucosale e intracellulare. Tuttavia, la FISH non è ampiamente disponibile in quanto richiede l'uso di costose apparecchiature di microscopia a fluorescenza. L’obiettivo di questo studio era quello di valutare l'uso dell'immunoistochimica (Immunohistochemistry, IHC) come metodo alternativo per rilevare la presenza di E. coli intramucosali nei cani con colite granulomatosa.
I campioni istologici inclusi in paraffina sono stati selezionati da 26 cani con colite in cui la FISH era stata eseguita da un laboratorio esterno. Utilizzando un anticorpo policlonale, l'IHC per E. coli è stata eseguita su sezioni ottenute dagli stessi campioni ed è stata registrata la presenza di E. coli. Tutti gli 11 campioni in cui la FISH aveva rilevato E. coli erano positivi anche all'IHC, con immunomarcatura fortemente positiva nel citoplasma dei macrofagi ed extracellulare nella lamina propria; tutti i 15 campioni negativi per batteri alla FISH erano negativi anche all’IHC.
Diagnosi e terapia delle ernie discali acute del cane
L'ernia discale intervertebrale toracolombare (TL-IVDE) è la causa più comune di paraparesi acuta e paraplegia nei cani; mancano, tuttavia, linee guida sulla gestione della suddetta malattia.
L’obiettivo degli autori di questo consensus era quello di riassumere la letteratura attuale in relazione alla diagnosi e alla gestione della TL-IVDE acuta nei cani e formulare raccomandazioni basate sull'evidenza clinica.
Splenectomia nei cani con malattie ematologiche
Gli studi attuali sull’utilizzo della splenectomia nel management dei cani con anemia emolitica immuno-mediata (IMHA) e/o trombocitopenia immuno-mediata (ITP) sono tuttora limitati.
Lo scopo degli autori dello studio era quello di riportare retrospettivamente questo tipo di approccio terapeutico nei cani con IMHA o ITP o pazienti con IMHA e grave trombocitopenia concomitante (CIST). È stato ipotizzato che la splenectomia potesse essere utile nel consentire la riduzione o l'interruzione dei farmaci immunosoppressori utilizzati in 1 o più di questi gruppi di malattie.