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Neospora caninum nelle vacche
L'infezione da Neospora caninum è stata segnalata in un gran numero di ospiti intermedi (tra cui i ruminanti, i conigli, i topi, ecc.), ma la neosporosi come grave malattia clinica è emersa prevalentemente nei cani e nei bovini, con una diffusione su scala mondiale. Nelle vacche infette sono stati segnalati aborti e altri problemi di infertilità, causando grandi perdite economiche agli allevatori.
Lo scopo di questo studio era quello di valutare la sieroprevalenza di N. caninum nelle bovine da latte della Grecia settentrionale (regione Xanthi) usando la tecnica dell'immunofluorescenza indiretta.
Selezione genetica e resistenza alla mastite
Nelle vacche da latte, la mastite provoca perdite economiche ingenti. La selezione genetica cosituisce uno strumento per selezionare animali con ridotta suscettibilità alle malattie.
L'obiettivo di questo studio era quello di stabilire un modello di infezione in vivo per indagare l'impatto della selezione di aplotipi paterni alternativi (in una particolare regione genomica sul cromosoma 18) sulla suscettibilità alla mastite.
Stress ossidativo: supplementazione con lieviti
Questo studio aveva l’obiettivo di valutare gli effetti dell'integrazione di lievito vivo (Saccharomyces cerevisiae) sui biomarcatori sierici di stress ossidativo, sulle concentrazioni di vitamine antiossidanti e sulla produzione lattea di vacche da latte durante la stagione estiva.
Sono state incluse 16 vacche in lattazione del peso medio di 707,5 kg assegnate in maniera randomizzata a due gruppi, ciascuno costituito da 8 individui, di cui uno riceveva l’integrazione con lievito vivo e l’altro fungeva da gruppo di controllo. Le vacche che ricevevano l’integrazione assumevano 10 gr/giorno di lievito vivo per 8 settimane, nel period compreso tra metà luglio e metà settembre.
Alla sesta settimana di trattamento, i livelli sierici dei derivati dei metaboliti reattivi dell'ossigeno erano significativamente più bassi (P <0,05) nel gruppo che assumeva lievito vivo. All’ottava settimana di trattamento, le concentrazioni sieriche di retinolo e di glucosio erano significativamente più alte (P <0,01) nel gruppo trattato con lievito vivo. L'integrazione con lievito vivo, invece, non aveva influenzato le risposte fisiologiche, come la temperatura rettale, la frequenza respiratoria, il metabolismo delle proteine e del colesterolo e la produzione di latte. Durante il periodo di studio, la resa media giornaliera del latte è diminuita in entrambi i gruppi. La percentuale di riduzione della produzione di latte nel gruppo che aveva ricevuto lievito vivo era del 17,6% e nel gruppo di controllo era del 20,0%.
Dermatite digitale nelle vacche
L'obiettivo di questo studio clinico randomizzato, condotto in un allevamento biologico certificato, era quello di valutare l'efficacia di due opzioni di trattamento per la dermatite digitale (DD) che non prevedessero l’impiego di antibiotici.
Lo studio ha coinvolto 70 vacche di razza Holstein con DD precoce (punteggi M1 e M2). Le vacche sono state assegnate in maniera randomizzata a tre gruppi di trattamento: applicazione topica di solfato di rame e iodio (gruppo 1); applicazione topica di miele e iodio (gruppo 2); nessun trattamento (gruppo controllo).
Campylobacter negli allevamenti da latte
Gli animali da allevamento, quelli domestici e la fauna selvatica possono essere tutti portatori intestinali di specie di Campylobacter termotolleranti. In quanto serbatoi, questi animali possono a loro volta contaminare l'ambiente e i prodotti alimentari, diventando così pericolosi per l’uomo.
Lo scopo di questo studio era quello di studiare le strategie di campionamento applicate per la sorveglianza del Campylobacter negli allevamenti di bovini da latte e per identificare se e quali specie di Campylobacter sono diffuse in funzione delle diverse fasce di età.
Peso medio dei bovini da latte nel Regno Unito
Nell’ambito dell’allevamento bovino, conoscere in maniera precisa il peso corporeo degli animali risulta di fondamentale importanza ai fini della gestione del bestiame, specialmente per quanto riguarda l’impiego degli antibiotici.
Gli autori di questo studio, per la prima volta in letteratura veterinaria, forniscono una stima del peso medio dei bovini da latte nel Regno Unito.
Influenza degli adiuvanti sull’efficacia vaccinale
Un vaccino dovrebbe essere in grado di attivare la risposta immunitaria senza provocare effetti indesiderati.
Questo studio ha valutato la risposta infiammatoria e umorale e le reazioni avverse indotte da tre vaccini, contenenti differenti adiuvanti, contro il virus della diarrea virale bovina (BVDV, bovine viral diarrhea virus) e l'herpesvirus bovino-1 (BHV-1, bovine herpesvirus 1).
Prostaglandine e corpo luteo nelle vacche
La prostaglandina (PG) F2α e i suoi analoghi (aPGF2α) sono usati per indurre la regressione del corpo luteo (CL); la loro somministrazione durante la fase intermedia del ciclo estrale causa la luteolisi nei bovini. Tuttavia, nella fase iniziale del ciclo estrale il CL bovino è resistente all’effetto luteolitico degli aPGF2α. I meccanismi alla base di questa diversa sensibilità del CL non sono ancora del tutto noti.
Al fine di caratterizzare possibili differenze in risposta alla somministrazione di aPGF2α, gli autori di questo studio hanno indagato i cambiamenti nell'espressione dei geni correlati al fattore di crescita 2 dei fibroblasti (FGF2) che ha una potente azione angiogenetica, al recettore 1 del fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR1), al recettore 2 del fattore di crescita dei fibroblasti (FGFR2), al fattore di crescita endoteliale-vascolare A (VEGFA), al recettore 1 del fattore di crescita endoteliale-vascolare (VEGFR1) e al recettore 2 del fattore di crescita endoteliale-vascolare (VEGFR2). Inoltre, è stata indagata l’espressione enzimatica della STAR (steroidogenesis-steroidogenic acute regulatory protein), del P450scc (cytochrome P450 family 11 subfamily A member 1), dell’idrossi-delta-5-steroido-deidrogenasi, e del HSD3B (3 β- and steroid delta-isomerase 1) nella fase iniziale e intermedia del CL conseguentemente all'iniezione locale (intra-CL) rispetto a quella sistemica (intramuscolare, IM) degli aPGF2α.
Management degli allevamenti di vitelli
I vitelli sono particolarmente vulnerabili ai problemi di salute prima dello svezzamento e presentano alti tassi di mortalità. Una cattiva qualità del colostro o una gestione scadente del colostro, combinata con una scarsa igiene, possono aumentare la suscettibilità alle malattie, contribuendo ad elevati tassi di mortalità.
Questo studio mirava a valutare diverse modalità di gestione del colostro e dei vitelli e indagare i relativi tassi di mortalità nei vitelli pre-svezzamento.
Ipopotassiemia nelle bovine da latte: 3 opzioni di trattamento
L'ipopotassiemia è una condizione di una certa rilevanza clinica nella specie bovina. Per la sua gestione sono state suggerite diverse opzioni di trattamento, ma tutte su base per lo più empirica.
L’obiettivo di questo studio era quello di valutare se la somministrazione orale di potassio ne influenzasse la concentrazione plasmatica, la concentrazione intracellulare negli eritrociti e nel muscolo e l'escrezione renale; inoltre è stata valutata l’efficacia di 3 diverse formulazioni di potassio.