
Gaia Carotenuto Med Vet PhDstudent
Conseguenze del morso di vipera nel cane
In Europa, l’avvelenamento da morso di vipera (Vipera berus) è un’evenienza comune nel cane. Si verificano aritmie cardiache, ma la letteratura è carente di studi clinici su questo tipo di avvelenamento.
Questo studio prospettico descrive le aritmie comparse entro 48 ore dall'avvelenamento e indaga le associazioni tra il grado dell’aritmia, la troponina sierica I (cTnI, canine troponin) e lo score di gravità del morso di vipera (score SS).
Meloxicam nei gatti con malattia renale cronica
La terapia con meloxicam può essere di beneficio ai gatti con patologie degenerative delle articolazioni e studi retrospettivi suggeriscono che potrebbe rallentare la progressione della malattia renale e aumentare la sopravvivenza.
Questo studio prospettico ha l’obiettivo di valutare gli effetti sui reni del trattamento con meloxicam a basso dosaggio (0,02 mg/kg/die) per 6 mesi nei gatti con malattia renale cronica (CKD, chronic kidney disease).
Imepitoina: somministrazione endorettale e orale a confronto
Questo studio ha indagato se la somministrazione endorettale di imepitoina in cani sani determinasse concentrazioni plasmatiche paragonabili a quelle raggiunte in seguito a somministrazione orale.
In seguito a somministrazione endorettale, i valori di biodisponibilità e concentrazione plasmatica massima erano significativamente inferiori rispetto a quelli raggiunti dopo somministrazione orale (P≤0,001).
Effetto della desmopressina nei gatti con carcinoma mammario
Nel cane con carcinoma mammario di grado II e III, la somministrazione perioperatoria di desmopressina riduce significativamente i tassi di recidiva locale e di metastasi e aumenta i tempi di sopravvivenza.
L'obiettivo di questo studio consiste nel confrontare l'outcome oncologico di gatti con carcinoma mammario trattati con mastectomia bilaterale, con o senza somministrazione perioperatoria di desmopressina.
Plasma fresco congelato nel gatto
Questo studio retrospettivo vuole documentare le indicazioni per l'uso di plasma fresco congelato (FFP, fresh frozen plasma) nel gatto, le dosi somministrate e la frequenza di reazioni trasfusionali (ATR, adverse transfusion reactions).
Sono stati registrati i dati relativi a: segnalamento, indicazioni alla trasfusione, dose, proteine plasmatiche totali pre e post-trasfusione, tempo di protrombina, tempo di tromboplastina parziale attivata, ATR, patologia sottostante e outcome.
Utilizzo del Toceranib nel cane
Il toceranib fosfato (TOC, toceranib phosphate) potrebbe essere utilizzato per il trattamento dei tumori nel cane se fosse in grado di inibire la recidiva dopo l'intervento chirurgico.
Questo studio retrospettivo ha indagato in che modo il trattamento adiuvante postoperatorio con TOC modula il microambiente tumorale (TME, tumor microenvironment), valutandone gli effetti sull'attività angiogenica, sulle cellule T regolatorie (Treg) infiltranti il tumore e sull'ipossia intratumorale.
Meningoencefalomielite di origine sconosciuta nel gatto
La meningoencefalomielite di origine sconosciuta (MUO, meningoencephalomyelitis of unknown origin) è un termine generico che descrive le alterazioni infiammatorie del sistema nervoso centrale (SNC, central nervous system) con sospetta eziologia non infettiva. In ambito clinico, la diagnosi di MUO rimane per lo più presuntiva. L'esame istopatologico e immunoistochimico del tessuto del SNC rappresentano ulteriori strumenti per la rilevazione dell'infiammazione e l'esclusione di specifici agenti infettivi. A differenza del cane, sono poche le conoscenze riguardanti la MUO nel gatto. Gli articoli sulla MUO nel gatto descrivono i reperti clinici o istopatologici, ma non entrambi.
In questo case series sono stati inclusi 4 gatti (età: 1,7-17,8 anni) con segni neurologici progressivi, acuti o cronici, di encefalopatia o mielopatia. Tre gatti presentavano segni extraneurali (ipertermia, perdita di peso, iporessia, leucocitosi). La risonanza magnetica mostrava lesioni intraparenchimali multifocali nel prosencefalo, tronco encefalico o nel midollo spinale con enhancement omogeneo (2/2). L'esame del liquido cerebrospinale era normale o mostrava una dissociazione albumino-citologica. La diagnosi istopatologica era di meningoencefalite multifocale linfo-istiocitica in tre casi e di mielite linfo-istiocitica in un caso. In tutti e 4 i gatti l'immunoistochimica era negativa per i seguenti agenti eziologici: parvovirus felino, coronavirus felino, herpesvirus felino, virus dell'encefalite da zecche, virus della malattia di Borna, morbillivirus, virus della rabbia, herpesvirus suino-1 e Toxoplasma gondii.
Ehrlichiosi canina e farmaci immunosoppressivi
L’utilizzo di farmaci immunosoppressori per il trattamento di malattie immuno-mediate in cani precedentemente infetti da E. canis causa preoccupazione per la possibile recrudescenza dell'infezione.
L’obiettivo di questo studio sperimentale consiste nel determinare se la somministrazione di prednisolone e ciclosporina sia in grado di riattivare l'infezione da E. canis in cani precedentemente trattati con doxiciclina durante la fase acuta o subclinica.
Classificazione del versamento pleurico nel cane
Questo studio vuole determinare se i criteri di Light semplificati (concentrazione di lattato deidrogenasi nel versamento pleurico e delle proteine totali sieriche) siano in grado di identificare la natura del versamento pleurico nel cane e valutare l’accuratezza di questi criteri rispetto alla classificazione veterinaria tradizionale basata sulla concentrazione delle proteine totali nel versamento pleurico (TPp, pleural effusion total protein) e sulla conta delle cellule nucleate (TNCCp, nucleated cell count).
Sono stati inclusi 100 cani con versamento pleurico. L'eziologia del versamento è stata utilizzata per classificarne la fisiopatologia. I parametri misurati includevano i criteri di Light semplificati, TPp e TNCCp. È stata valutata l'utilità diagnostica dei due metodi nel classificare la natura del versamento pleurico.
Duplicazione rettale in un gatto
Un gatto europeo, maschio intero di 3 anni e 8 mesi è stato portato in visita per prolasso rettale ricorrente, tenesmo e dolore durante la defecazione. Precedenti trattamenti medici e chirurgici non avevano portato a un risultato soddisfacente. Il prolasso rettale era recidivato dopo 2 settimane dall’ultimo trattamento.
All'esame clinico veniva palpata, per via transrettale, una massa intraluminale. All’esame TC la massa era di natura cistica ed è stata asportata chirurgicamente mediante un approccio transanale. Le pareti della cisti, istologicamente, erano costituite da tre strati: mucosa, muscularis mucosa e sottomucosa. La diagnosi definitiva era di duplicazione rettale.